Federico Bernabei
giovedì 14 giugno 2012
mercoledì 13 giugno 2012
sabato 9 giugno 2012
venerdì 8 giugno 2012
lunedì 4 giugno 2012
giovedì 31 maggio 2012
sabato 19 maggio 2012
giovedì 17 maggio 2012
sabato 12 maggio 2012
giovedì 10 maggio 2012
venerdì 4 maggio 2012
giovedì 12 aprile 2012
martedì 7 febbraio 2012
martedì 31 gennaio 2012
Recita per il giornalista di Spoleto online
lunedì 30 gennaio 2012
Per non dimenticare
Il giorno 27 gennaio 2012, ci siamo recati al Chiostro di San Nicolò per ascoltare delle testimonianze sul massacro di Auschwitz. Arrivati, ci siamo seduti in un teatro dove c’erano parecchi ragazzi e ragazze. Dopo qualche minuto, sono entrate tre persone di cui uno era un sopravvissuto a un campo di concentramento. Ha cominciato a leggere un testo lungo due pagine che raccontava come si viveva, cosa si faceva e come si moriva dentro Auschwitz. Molte cose già le sapevo, ma comunque mi hanno fatto sempre impressione perché ho letto molti libri a riguardo come ad esempio “Se questo è un uomo”. Poi è entrato un signore di nome Manasse che ha letto un testo e l’ha recitato. Era molto lungo e pesante, ma ci ha raccontato cose che noi non conoscevamo: che uccidevano oltre gli Ebrei, anche i disabili, gli zingari, gli omosessuali e le lesbiche. Ci ha spiegato come li uccidevano e dove li mettevano, cioè nelle fosse comuni, e lì di corpi ce ne erano tantissimi, sia di bambini sia di donne, di uomini e di anziani. Poi ci ha detto che per uccidere le persone c’erano tanti modi, ma i più usati erano la camera a gas e l’inceneritore. Io penso che questo periodo sia stato brutto per tutti, perché sono morte tante persone che non avevano fatto niente di male e mi disgusta che l’uomo abbia potuto fare tutto questo. Mi disgusta anche il fatto che abbiano potuto fare esperimenti su umani per rendere le persone tutte uguali, cioè con capelli biondi e occhi azzurri. Spero tanto che non succeda mai più e che nessuno muoia in questo modo così atroce.
giovedì 26 gennaio 2012
venerdì 20 gennaio 2012
La musica per i ragazzi
In base alla mia esperienza di musicista, posso dire che è molto difficile suonare uno strumento, ma è bello e soddisfacente quando fai dei saggi di musica e tutti ti applaudono e ti dicono che sei bravissimo.
E' difficile se vuoi sostenere degli esami di pratica e di solfeggio (o teoria), ed io ne so qualcosa. Comunque, la musica può essere anche usata come mezzo per fare nuove amicizie, la si può ascoltare sempre, ad esempio, quando sei triste, felice, arrabbiato ecc.
Per quanto mi riguarda, io faccio parte di coloro che la musica la praticano e l’ascoltano. Io ho cominciato a praticare la musica perché mia sorella aveva iniziato a suonare da piccola e, dopo il suo primo saggio, mi sono appassionato anche io ed è da 9 anni che lo faccio e non mi sono mai stancato perché mi affascina a tal punto che io e mia sorella stiamo facendo gli esami e dopo l’ottavo potremmo prendere un diploma. Comunque, non mi piace soltanto la musica classica, ma anche quella house, hip-hop, metallica, disco ecc. e spero che tanti altri ragazzi comincino a suonare qualche strumento perché è educativo e gratificante.
Bernabei Federico IIIB
mercoledì 18 gennaio 2012
sabato 14 gennaio 2012
giovedì 12 gennaio 2012
mercoledì 11 gennaio 2012
martedì 10 gennaio 2012
venerdì 23 dicembre 2011
lunedì 28 novembre 2011
Premio Nickelodeon
All'inizio del cortometraggio si vede un uomo di colore che passeggia e raccoglie un oggetto. Poi inizia a guardarsi intorno e si ferma davanti ad una porta e suona. Un signore apre la porta, guarda l’uomo e dice che non vuole comprare niente; ma l’uomo non si muove e allora il signore gli dà un po’ di soldi e chiude la porta. A quel punto abbassa la testa, lascia una busta per terra e se ne va. Intanto il signore guarda dal buco della porta e quando vede che l’uomo se ne è andato, apre la porta e raccoglie qualcosa per terra. Apre la busta e trova un portafoglio…si tocca la tasca dei pantaloni e non trova il suo, allora vede il documento d’identità e scopre che è il suo. Dentro ci sono tutti i soldi e le carte di credito e nessuno ha rubato niente.
Considerazioni
Questo cortometraggio mi è piaciuto più degli altri perché riguarda il problema del razzismo; infatti, il signore considera subito male l'uomo di colore solo perché è di “un’altra razza” e lo tratta come se non valesse niente.
Non bisogna giudicare le persone a prima vista perché si può sbagliare e poi pentirsi come è accaduto a quell’uomo.
Bernabei Federico III B Dante Alighieri Spoleto.
mercoledì 8 giugno 2011
mercoledì 1 giugno 2011
giovedì 14 aprile 2011
martedì 12 aprile 2011
domenica 23 gennaio 2011
CIAK SI GUIDA - A.N.C.A
Lo scorso mese abbiamo
partecipato ad un progetto chiamato Ciack si Guida, promosso dal ministero
dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca. Lo scopo di questo progetto
riguarda i limiti di velocità e i segnali autostradali. La professoressa
Buscaglia ci ha fatto dividere i compiti, e noi abbiamo fatto i gruppi e
scelto gli argomenti. Dovevamo costruire un video di un minuto massimo
facendo capire l’importanza dei limiti di velocità e del casco. Il mio gruppo
era formato da 5 persone. Ognuno di noi aveva un ruolo e così siamo riusciti a
finire il lavoro in soli due giorni. Per realizzare il lavoro abbiamo iniziato
a fare dei filmati e poi li abbiamo montati con il programma Movie Maker.
Abbiamo fatto il filmato tutto in bianco e nero. Quando abbiamo esposto alla
professoressa il lavoro, lei ci ha dato un foglio da compilare in cui dovevamo
inserire tutte le informazioni richieste sul filmato. Il lavoro, secondo me,è
venuto benissimo, perché è incisivo, commovente e rispetta l’argomento dei
limiti di velocità e dei pericoli che si possono incontrare in strada. È stata
una bella esperienza che ci ha aiutato a essere più responsabili. L’unica cosa
che ci ha creato un po’ di difficoltà è stato il limite di tempo di un minuto,
secondo me bisognava farlo almeno di trenta secondi in più.
giovedì 9 dicembre 2010
mercoledì 20 ottobre 2010
martedì 1 giugno 2010
giovedì 8 aprile 2010
mercoledì 7 aprile 2010
giovedì 11 marzo 2010
MADAME
BUTTERFLY
ORCHESTRA:
3 flauti, 2 oboi, corno
inglese, 2 clarinetti, clarinetto basso, 2 fagotti
4 corni, 3 trombe, 3
tromboni, trombone basso
timpani, tamburo,
triangolo, piatti, tam-tam, grancassa, campanelli a tastiera, tam-tam
giapponesi, arpa,
archi
EPOCA DI COMPOSIZIONE:
1903
E' DIVISA IN
3 ATTI
TRAMA
Sbarcato a Nagasaki,
Pinkerton, ufficiale della marina degli
Stati Uniti, per spirito d'avventura
si
unisce in matrimonio, secondo le usanze locali, con
una
geisha quindicenne di nome Cio-cio-san,
acquisendo
così il diritto di ripudiare la moglie anche dopo un mese; così infatti
avviene, e Pinkerton ritorna in
patria
abbandonando la giovanissima sposa. Ma questa, forte di
un
amore ardente e tenace, pur struggendosi nella lunga attesa accanto al bimbo
nato da quelle nozze, continua
a
ripetere a tutti la sua incrollabile fiducia nel ritorno dell'amato.
Pinkerton
infatti ritorna dopo tre anni, ma non da solo: accompagnato da una giovane
donna, da lui sposata
regolarmente
negli Stati Uniti, è venuto a prendersi il bambino,
della
cui esistenza è stato messo al corrente dal console Sharpless, per portarlo con
sé in patria
ed
educarlo secondo gli usi occidentali. Soltanto di fronte
all'evidenza
dei fatti Butterfly comprende: la sua grande illusione, la felicità sognata
accanto all'uomo amato,
è svanita del tutto. Decide quindi di
scomparire dalla scena del mondo, in silenzio, senza clamore;
mondo,
in silenzio, senza clamore; dopo aver abbracciato disperatamente il figlio, si
uccide con un coltello donatole
dal
padre.
Quando
Pinkerton, sconvolto dal rimorso, entrerà nella casa di Butterfly per chiedere
il suo perdono,
mercoledì 17 febbraio 2010
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